Descrizione Tecnica
Chiudi

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PURIFICAZIONE

Chiesa di Santa Maria della Purificazione
Via Cantonale 60
6949 Comano

La chiesa è documentata per la prima volta nel 1359 e ricordata come sede parrocchiale nel 1468. Viene ampliata verso la fine del Cinquecento, mentre il suo aspetto attuale si deve alla ricostruzione avvenuta a partire dal 1613.
L’edificio ha una sola navata divisa in quattro campate, con due cappelle laterali dedicate alla Vergine e a San Carlo (Fig. 1, 2).

Opera
Stuccatore
Data

Coro

Marchi Giovanni Antonio

Il coro è ornato da stucchi di Dioniso e Giovanni Antonio Marchi di Comano, due artisti di cui non conosciamo né gli estremi biografici né altri lavori. Gli affreschi del coro con Scene della vita della Vergine (1661) sono stati attribuiti a epigoni di Isidoro Bianchi di Campione (Fig. 3, 4, 5, 6).
Da alcuni documenti conosciamo gli autori e interessanti dettagli sulla realizzazione degli stucchi del coro1.
Si evincono modalità piuttosto tipiche in cantieri di questo genere: la presentazione di un progetto decorativo d’insieme realizzato dallo stuccatore, la rapidità della realizzazione e la fornitura delle materie prime da parte della committenza.
La scrittura tra le gli artisti e i committenti è datata 3 maggio 1625 e viene stipulata «sotto il portico della Chiesa doppo la messa» tra lo stuccatore Giovanni Antonio Marchi di Comano e i deputati della fabbrica della chiesa eletti dalla comunità. Il contratto è firmato anche da Dioniso, padre dell’artista, forse per la giovane età di Giovanni Antonio ma forse perché anche lui, come spesso accade nelle imprese familiari ticinesi, è a sua volta coinvolto nella realizzazione dell’opera.
L’accordo prevede che il Marchi si impegni, sulla base di un disegno (oggi perduto) a decorare il coro, l’arco trionfale e il sottarco, «quale non è nel dissegno», entro Natale, ovvero in poco meno di 8 mesi. L’acquisto dei materiali spetta ai committenti, ma l’artista deve richiederli per tempo, collaborando con gli agenti incaricati in modo da poter concludere l’opera nelle date prestabilite. La consegna si può eventualmente prorogare fino a Pasqua, ma solo se il rifornimento di materiali o ponteggi dovesse ritardare per «diffetto delli agenti».
Il pagamento pattuito è di 200 scudi. Si tratta di una cifra consistente. Marchi non presta quindi gratuitamente la propria opera alla chiesa del paese natale come hanno fatto e faranno alcuni degli artisti emigranti per rendere omaggio o per dimostrare alla propria comunità le capacità che ne hanno sostenuto la carriera.
La perizia sul lavoro concluso è affidata ai preti delle vicine Origlio e Canobbio, con l’eventuale consulenza di «persone perite in simil arte», i quali possono chiedere di aumentare il pagamento fino a 250 scudi.
Il primo pagamento (il 10% della somma prevista) viene fatto il 15 maggio, probabilmente all’avvio dei lavori, meno di due settimane dall’accordo. I soldi sono ritirati da Dioniso. Seguono diverse ricevute: 1 luglio, 30 settembre e 2 novembre. Il saldo è del 9 febbraio (quindi circa due mesi dopo il termine di consegna stabilito). A seguito della perizia dei preti di Canobbio e Origlio il compenso è aumentato di 30 scudi, dimostrando come l’opera fosse stata particolarmente apprezzata dai committenti.

Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6