Descrizione Tecnica
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COLLEGIATA DEI SANTI PIETRO E STEFANO

Collegiata dei Santi Pietro e Stefano
Piazza Collegiata
6500 Bellinzona

La costruzione di una chiesa dedicata ai Santi Pietro e Stefano risale all’inizio del Quattrocento. Per il rischio di crolli, la chiesa viene abbattuta e ricostruita a partire dal 1515 su progetto di Tommaso Rodari (1460 circa-1526). Il nuovo edificio ha navata unica, coperta da volte in muratura, chiuso a oriente da un coro a pianta quadrata. La consacrazione dell’altare maggiore avviene il 15 giugno 1565, mentre la facciata è conclusa solo nel secolo seguente (Fig. 1).
L’attuale struttura della zona presbiteriale (Fig. 2) risale al Settecento, quando l’edificio è dotato di un transetto non profondo (pseudo-transetto), di un nuovo coro, ampliato sotto la guida di Giuseppe Caresana (documentato dal 1696 al 1764) e di una seconda sagrestia. Sono settecentesche anche le decorazioni a stucco delle finestre e dell’arco trionfale, i pannelli a scagliola che arredano le mense, opere di Giuseppe Maria Pancaldi (1700 circa-1778).
Nell’Ottocento è costruita la scalinata d’ingresso dell’edificio e tra 1849 e 1850 sono rinnovate le decorazioni pittoriche interne e posato il pavimento in marmo della navata. Alla fine del Novecento due campagne di restauro pongono rimedio a gravi problemi conservativi. La prima, tra 1981 e 1985, ha interessato soprattutto le murature e la facciata; la seconda, tra 1990 e 1999, ha riguardato l’interno.

Opera
Stuccatore
Data

Cappella del Corpus Domini

Lezzeno Giovanni Battista,
Sala Francesco
fine '500 - metà '600

La cappella(Fig. 3), sede dell’omonima confraternita, è la terza dall’ingresso sul lato destro. È attestata con la dedicazione attuale dal 1547.
Gli stucchi sono eseguiti da Giovanni Battista Lezeno (o Lezzeno, attivo dal 1596 al 1607) e da Francesco Sala (attivo dal 1595 al 1650 circa) 1 nel 1596 su disegno del pittore Bartolomeo Gorla (morto nel 1624) e sono tra i più antichi – se si escludono alcuni esempi romanici – presenti sul territorio ticinese (Fig. 4, 5, 6).
Le otto tele che arredano la cappella, compresa la pala con l’Ultima cena, sono dipinte tra 1601 e 1607 da Camillo Procaccini (1561-1629) e bottega, mentre l’altare neoclassico risale al 1778.

Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6

Cappelle di Sant’Anna e della Natività di Cristo

Barberini Giovanni Battista
1661 e oltre

Gli archi che scandiscono la navata sono decorati da sedici statue in stucco con Profeti, Sibille, Evangelisti e Padri della Chiesa,(Fig. 7, 8, 9, 10) realizzate dai diversi artisti che hanno lavorato di volta in volta all’interno delle cappelle, cercando di perseguire un effetto d’insieme unitario a partire dalle statue più antiche realizzate da Lezeno e Sala. Tra gli stuccatori attivi si deve ricordare il celebre Giovanni Battista Barberini (1625-1691/1692), la cui presenza è attestata dal 1661. Il maestro è coinvolto nella decorazione delle cappelle di Sant’Anna (Fig. 11) e della Natività (Fig. 12) (le prime due a sinistra dell’ingresso). Dopo la sua morte i lavori nelle altre cappelle sono probabilmente conclusi da suoi collaboratori.

Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
Fig. 10
Fig. 11
Fig. 12

Pulpito

Rusca Grazioso

Il pulpito è un capolavoro dello scultore di Mendrisio Grazioso Rusca (1757-1829) realizzato nel 1784 (Fig. 13, 14, 15, 16, 17, 18).

Fig. 13
Fig. 14
Fig. 15
Fig. 16
Fig. 17
Fig. 18