CHIESA DI SANTA MARIA DEL SASSO
Chiesa di Santa Maria del Sasso
Sentee da la Gesa
6922 Morcote
La chiesa parrocchiale di Morcote è stata probabilmente fondata nel XIII secolo, ricostruita negli anni Sessanta del Quattrocento e di nuovo radicalmente modificata nel secolo successivo, quando viene ribaltato l’orientamento ponendo la cappella maggiore a sud 1 (Fig. 1). L’interno è composto da tre navate di due campate ciascuna. Nell’antica cappella maggiore, dopo la rotazione cinquecentesca, sono stati mantenuti gli affreschi rinascimentali: il ciclo della volta, di un anonimo pittore lombardo, è del 1495 circa mentre le lunette con gli episodi della Passione di Cristo di Domenico Pezzi di Puria Valsolda (documentato dal 1513 al 1549) sono del 1513. L’ancona marmorea dell'altare è stata smontata e la Madonna con il Bambino che era nella nicchia centrale, attribuita a Tommaso Rodari (documentato dal 1484 al 1526), è ora sull’altare maggiore.
Tra le cappelle laterali sono particolarmente importanti quelle dedicate alla Madonna del Rosario e a San Giovanni Battista, perché conservano due tra le poche decorazioni a stucco di fine Cinquecento ancora presenti in Canton Ticino (Fig. 2).
L’edificio è stato oggetto di diverse campagne di restauri avvenute nella seconda metà dell’Ottocento, negli anni Trenta-Quaranta e negli anni Settanta del Novecento. Dal 2016 sono stati avviati nuovi studi e progetti preliminari sull’edificio e restauri su alcuni dipinti murali 2.
Altari della Madonna del Rosario e di San Giovanni Battista
Gli altari dedicati alla Madonna del Rosario (a sinistra dell'altare) e a San Giovanni Battista (sulla destra) sono addossati alla parete sud delle omonime cappelle, cinti da balaustre in marmo d’Arzo. La loro decorazione è collocabile tra il 1589 e il 1596, cioè tra la data del lascito della famiglia Paleari che ne ha permesso la realizzazione3 e l’anno in cui sono dipinti gli affreschi della cappella di San Giovanni: nelle zone nascoste è possibile osservare che le pitture coprono gli stucchi (Fig. 3, 4, 5).
La struttura delle ancone riprende il modello ampiamente diffuso tra Quattrocento e Cinquecento in tutto il nord Italia e in particolare nella diocesi comasca. Anche l’ancona marmorea di Rodari sull’altare dell’antica cappella maggiore doveva avere una scansione simile.
Nei settori laterali di ogni ancona in stucco sono racchiusi due dipinti murali: nell’altare della Madonna del Rosario sulla sinistra è rappresentato San Pietro e sulla destra un Santo non identificabile a causa del cattivo stato di conservazione; nell’altare di San Giovanni i dipinti murali raffigurano San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista. Nel settore centrale trovano posto, rispettivamente, una grande cornice che racchiude la pala d’altare, dipinta ad olio su tela, raffigurante la Madonna del Rosario tra i Santi Domenico e Caterina e una statua rinascimentale della Madonna con Bambino attribuita a Tommaso Rodari. Qui, all’altezza dei capitelli, il fregio è decorato con un grande cherubino centrale e festoni di frutta laterali, composti con elementi decorativi che sembrano rimandare simbolicamente al committente. Sul fondo del festone di sinistra, ad esempio, sono incise delle spighe di grano, un motivo che compare anche sullo stemma della famiglia Paleari, titolare della cappellania (Fig. 6, 7).
Le pareti di fondo hanno una finitura superficiale a marmorino sulla quale è stato realizzato un finto drappeggio, oggi purtroppo molto consunto e quasi illeggibile.
Nonostante i rimaneggiamenti che si sono susseguiti nel corso dei secoli, emergono elementi di particolare pregio. Il confronto più stringente è quello con gli stucchi della chiesa di Santa Croce a Riva San Vitale, probabilmente il più noto ciclo decorativo tardo-cinquecentesco presente nel Sottoceneri. Sono simili l’utilizzo delle policromie per le campiture dei fondi e le dorature dei rilievi ricostruite graficamente nella (Fig. 8) che contribuiscono in modo marcato ad aumentare la plasticità della decorazione. Simile è anche il repertorio degli ornamenti architettonici, tipicamente manierista, con ovoli, dentelli, bucrani, rosette, foglie d’acanto e candelabre (Fig. 9, 10, 11).