Descrizione Tecnica
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Tecnica

Attraverso la documentazione ancora conservata sappiamo che la realizzazione di quest’opera, avvenuta nel 1759, fu piuttosto travagliata, forse a causa delle tensioni tra artisti e artigiani locali, o tra pittori e stuccatori. In fase di realizzazione vengono infatti perpetrati alcuni gravi atti vandalici in cui gli stucchi furono «gu[a]stati, et rotti». I confratelli decisero comunque di far proseguire gli artisti fino al termine dell’opera (Fig. 1).
Il disegno complessivo dell’ornamentazione si deve a Camuzio, un artista ticinese che aveva acquisito molta esperienza in alcuni cantieri lombardi, soprattutto a Bergamo e nella bergamasca. Con questa commissione egli torna ad operare nella terra d’origine.
A differenza degli stucchi manieristi della cappella della Natività, qui la decorazione si dimostra autonoma rispetto all’architettura sulla quale va a stendersi. Gli spessori sono molto contenuti, ma riescono comunque a ridefinire la spazialità bidimensionale delle pareti suggerendo un orizzonte più ampio attraverso gli scorci prospettici (Fig. 2, 3, 4, 5).
Camuzio è quindi in sintonia con gli sviluppi rococò del quadraturismo e i suoi esempi locali, proponendo volumi architettonici del tutto effimeri, a volte improbabili, ma sempre molto suggestivi, abitati da putti vivaci e decorazioni rocaille.
La superficie delle pareti è increspata con lembi che si arricciano trasformandosi in conchiglie, cartocci, ali di farfalla, onde marine, zampilli, in un sistema metamorfico ispirato al mondo naturale. La materia è maneggiata con molta cura e precisione, e rifinita perfettamente.
Malgrado l’aggetto contenuto degli stucchi e i pochi colori utilizzati, questi artisti sono capaci di aumentare illusionisticamente i volumi e, con una straordinaria libertà inventiva, di creare forme inusitate, come i pilastri che terminano, tra volute e flutti, con busti caricati e volti tesi in espressioni estatiche.

Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5