Descrizione Tecnica
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Tecnica

La decorazione in stucco della volta del presbiterio è composta da un alternarsi di diversi elementi figurativi: angeli in bassorilievo a figura intera, erme alate, cherubini, pendoni di fiori e frutta, foglie di acanto e racemi, oltre agli elementi puramente decorativi quali fasce, volute, nastri e cornici (Fig. 1, 2, 3). Tutti sono poco aggettanti, ma efficaci espedienti prospettici (si vedano ad esempio le ali delle erme intorno agli ovali dipinti) ne aumentano illusionisticamente il volume. Gli elementi seriali realizzati con stampi sono piuttosto contenuti.
Con il pacometro è stata individuata la presenza di pochi chiodi, fissati nella muratura nei punti di maggiore spessore. Le armature di sostegno sono composte da materiali diversi come spago, fili e vergelle di ferro. Il volume del modellato è composto da due strati di malta, uno spesso strato di corpo e un strato di finitura di circa due millimetri. La malta di corpo presenta le caratteristiche fessure da ritiro tipiche di una malta di calce e sabbia senza l’aggiunta di gesso. Diversa invece è la composizione della malta degli angeli collocati alla base dell’arco trionfale che, oltre ad avere un aggregato più grossolano e più scuro, ha una consistente percentuale di gesso e una struttura di sostegno costituita da pezzi di legno di varia forma e dimensione (Fig. 4, 5, 6). Con questi accorgimenti tecnici è stato possibile modellare statue dal forte aggetto, completamente staccate dalla parete di fondo. Dove è conservato, emerge uno strato di finitura estremamente levigato, frutto dell’attenta lavorazione di una malta composta da calce e polvere di marmo, senza l’aggiunta di altri aggregati. Con questo unico strato di finitura sono realizzate anche tutte le parti decorative vegetali fatte a mano libera. Sulle capigliature degli angeli vi sono ancora resti di doratura (Fig. 7, 8).
Gli stucchi settecenteschi dell’altare maggiore sono stati inseriti nel contesto preesistente del presbiterio con grande maestria (Fig. 9). Il modellato, fresco e rapido, è supportato da una notevole sapienza tecnica. Gli angoli del timpano spezzato sono appoggiati a grosse pietre appena sbozzate e squadrate la cui ammorsatura nella parete di fondo è stata resa più sicura con una zanca di metallo, tuttora visibile sul fianco (Fig. 10). I due angeli a tuttotondo che si appoggiano alla cornice del timpano hanno a loro volta necessitato di un solido ancoraggio. Bellotti non si è affidato esclusivamente a staffe metalliche, ma intorno ad esse ha costruito una massiccia struttura con pietre unite con una malta spessa e grossolana. Su questa struttura è stata appoggia la malta di corpo, applicata in consistenti spessori con poche ma grosse e rapide spatolate. Il modellato è completato dalla malta di finitura, anch’essa lavorata con celerità, anche con l’uso diretto delle dita.
La pisside all’apice, staccata dal cartiglio di fondo con un effetto scenografico, ha ancoraggi sottili, quasi invisibili, ma abbastanza solidi da sostenerne il peso (Fig. 11). L’artista ha utilizzato due vergelle: una orizzontale, perpendicolare alla base del calice, e una diagonale di rinforzo. Tutti gli altri elementi della parete invece (nuvole, cherubini e cornici), hanno poco rilievo e non hanno avuto bisogno di molte armature.
È possibile che accanto a Bellotti vi fosse almeno un altro artista, riconoscibile da piccole differenze stilistiche nella fisionomia dei volti (Fig. 12). L’effetto di insieme è in ogni caso molto coerente, e dimostra la grande esperienza di questi stuccatori, evidente per esempio nei dettagli con spessori contenuti ma di grande forza plastica, come le increspature vegetali e nella studiata economia della lavorazione: tutte le zone non in vista sono infatti appena abbozzate e prive di rifinitura (Fig. 13, 14).

Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
Fig. 10
Fig. 11
Fig. 12
Fig. 13
Fig. 14