Descrizione Tecnica
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TEMPIO DI SANTA CROCE

Tempio di Santa Croce
Via Santa Croce
6826 Riva San Vitale

La chiesa di Santa Croce a Riva San Vitale è stata costruita verosimilmente a partire dal 1588 su disegni dell’architetto Giovanni Antonio Piotti di Vacallo (1529-1596) per volere del prelato Giovanni Andrea Della Croce. L’edificio è a pianta centrale, con tre cappelle: la maggiore dedicata alla Croce, le minori all’Assunzione della Vergine e a San Bernardino da Siena. L’interno è decorato a partire dal 1591 dai pittori fratelli Pozzi di Valsolda e dal bolognese, ma di stanza a Milano, Camillo Procaccini (1561-1629) che si impegna a realizzare cinque dipinti ad olio entro un anno. Altri contratti vengono rogati con falegnami, scalpellini e con gli stuccatori Domenico Fontana di Muggio (documentato dal 1582 al 1630) e Pietro Mazzetti di Rovio (documentato dal 1592 al 1632).
Questi ultimi devono realizzare gli ornati delle volte, tra cui quelli della cappella maggiore con otto figure «di rilievo», mascheroni e festoni. La consegna deve avvenire entro il mese di maggio del 1592. Come di consuetudine, è il committente che deve fornire e pagare le materie prime (Fig. 1, 2, 3, 4, 5, 6).

Opera
Stuccatore
Data

Interno

Fontana Domenico,
Mazzetti Pietro

Il fastoso apparato decorativo della chiesa mostra la volontà del facoltoso e colto committente, Giovanni Andrea Della Croce, di fare di Santa Croce un mausoleo dedicato alla propria famiglia, eretto su un terreno accanto al proprio palazzo. La rapidità dell’erezione e del coinvolgimento delle maestranze che si sono occupate della decorazione ne fa un esempio pressoché unico in area ticinese: l’impianto architettonico, il programma iconografico – tutto incentrato sul tema della Croce – e la libertà inventiva degli artisti sono amalgamati in un insieme di assoluta coerenza, la cui regia spetta probabilmente alla collaborazione tra l’architetto Piotti e il pittore Camillo Procaccini. Pitture e stucchi si fondono in una visione corale, con un repertorio figurativo di stampo manierista e perlopiù profano, con protomi leonine, mascheroni, sfingi, volatili, paesaggi e stemmi (Fig. 7, 8).

Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8